Credito a famiglie e imprese: si torna ai livelli pre-Covid
Secondo l'analisi annuale dei dati aggregati relativi al credito specializzato, effettuata dalle tre Associazioni di categoria (Assifact, Assilea e Assofin), i finanziamenti a imprese e famiglie stanno tornando ai livelli pre-pandemia
Archiviato definitivamente un 2020 particolarmente negativo, anno caratterizzato soprattutto dall’emergenza sanitaria legata all’epidemia da Covid-19 che, nonostante abbia lasciato pesanti strascichi anche nel 2021, inaspettatamente gli ultimi dati evidenziano che la raccolta della nuova produzione sta tornando ai livelli precedenti alla pandemia, come risulta chiaramente dal confronto dei dati relativi ai primi 5 mesi di quest’anno con quelli registrati nel 2019 (+0,2%).
L’impatto della pandemia sul fatturato e sulle decisioni d’investimento delle imprese, e naturalmente sulle abitudini e scelte di consumo delle famiglie, è stato notevole; in effetti i dati del primo trimestre dell’anno non apparivano di certo confortanti, mentre negli ultimi mesi si può intravedere un trend in controtendenza, perfettamente in linea con i valori di 2 anni fa.
I trend dei diversi comparti risultano tuttavia piuttosto differenziati: spiccano soprattutto le richieste di mutui immobiliari da parte delle famiglie, in netta crescita, ai quali fa da constrasto una riduzione del credito al consumo e dei prestiti personali, settore che però ultimamente sta mostrando dati in forte ripresa. Sostanzialmente stabili invece i volumi legati a leasing e factoring.

Numeri a confronto
Già nel mese di maggio, dopo la precedente analisi che metteva a confronto i primi 5 mesi del 2021 con quelli relativi all’anno precedente, si era registrata una crescita del +39,3% per quanto riguarda mutui e surroghe, parallelamente a un aumento di prestiti finalizzati e personali del +34,2%. Il trend si è confermato in crescita anche per quanto riguarda i mesi successivi, evidenziando un sostanziale aumento della ritrovata fiducia degli italiani verso un progressivo ritorno a una situazione di normalità, in netta contrapposizione alla situazione registrata durante l’anno precedente, dove si è verificato un netto stallo in seguito alla brusca frenata dell’economia in concomitanza del lockdown totale.
Per quanto riguarda i mutui immobiliari, anche in questa fase che non nasconde comunque una certa dose di incertezza, gli italiani continuano a privilegiare piani di rimborso più lunghi, con circa 4 richieste su 5 che prevedono una durata superiore ai 15 anni, e un valore della rata non eccessivamente impattante rispetto al reddito disponibile: i mutui al di sotto dei 150.000 Euro rappresentano infatti circa il 70% del totale, mentre per quanto riguarda l’importo medio richiesto, nel mese di maggio si è attestato attorno ai 139 mila Euro.
Tornando invece ai prestiti, per quanto riguarda i prestiti finalizzati all’acquisto di un bene o servizio, l’importo medio richiesto si è attestato a 7.200€ (+14,7% rispetto al 2020), mentre per quanto riguarda i prestiti personali, è risultato intorno ai 12.800€, sempre in crescita (+4,3%) rispetto all’anno precedente.

Statistiche confortanti
Relativamente alla distribuzione per fascia di importo, durante il primo trimestre del 2021, la richiesta di un importo inferiore ai 5.000 € continua a essere la soluzione preferita dagli italiani, con oltre il 45% del totale, a conferma dell’atteggiamento prudente che ancora caratterizza il comportamento delle famiglie in questa fase d’incertezza. Per contro, la richiesta di prestiti oltre le 20.000 €, rappresenta solamente il 13% circa del totale.
Approfondendo l’analisi per tipologia di finanziamento, il 56,4% delle richieste per prestiti finalizzati si configura per importi al di sotto dei 5.000 Euro, in virtù della preponderanza di finanziamenti per beni di importo contenuto, mentre per i prestiti personali, gli importi di bassa entità hanno costituito circa il 29,3% del totale.
Analizzando invece la distribuzione delle richieste in base alla durata del finanziamento, nel primo trimestre dell’anno è la classe superiore ai 5 anni quella con la quota maggioritaria, con il 25% del totale (in leggero calo rispetto all’anno scorso), a conferma della propensione delle famiglie a privilegiare soluzioni che pesino il meno possibile sul bilancio familiare. Le restanti classi risultano piuttosto ben distribuite, con una leggera propensione alla durata tra i 25 e i 36 mesi (18,6%) come seconda scelta.
In effetti quest’ultima fascia, si è rivelata essere quella di gran lunga più gettonata per quanto concerne i prestiti finalizzati (24% del totale), mentre per quanto riguarda i prestiti personali, si è confermato il trend che vede un graduale spostamento verso piani di rimborso più lunghi, infatti per questa tipologia di piani, la durata superiore ai 5 anni è stata scelta per ben il 43,3% del totale delle richieste.
Infine andanto a studiare la distribuzione in funzione dell’età del richiedente, si evidenza come nel primo trimestre 2021, la fascia compresa tra i 45 e i 54 anni sia risultata quella maggioritaria, totalizzando una quota pari al 25,2%, seguita da quella tra i 35 e i 44 anni, con il 21,6% del totale. Le richieste degli under 35 arrivano a incidere solamente per il 23,3% rispetto al totale dei finanziamenti richiesti.
Fonti utilizzate:
Credito alle famiglie: si torna ai livelli pre-Covid
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Le richieste di prestiti da parte delle famiglie sono tornate sui livelli Pre Covid: +6,7% nel primo trimestre 2021
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